Quello che sta succedendo nel settore della formazione professionale in Sicilia, è la clamorosa prova della lontananza della politica dalla vita vera della gente vera e, dunque, dai problemi reali che stanno attraversando i lavoratori, i licenziati, i sospesi, ecc… Iscritti all’Albo Regionale della Formazione Professionale della Sicilia.
Tutte le opzioni più o meno sensate e percorribili rese dal Governo Siciliano, per gestire davvero l’emergenza, del settore della formazione professionale, allo stato sono rimasti degli slogan e niente più. Questa situazione si è avuta per l’incapacità, degli Assessori di turno e della burocrazia, di essere determinati a risolvere il problema che ha investito migliaia di operatori.
In Sicilia la vita delle famiglie, che vivono grazie al settore formazione professionale, è resa difficile da un sistema che non applica le norme del settore, da complicazioni burocratiche, da non curanze amministrative, che hanno reso e lasciano il settore abbandonato a se stesso.
Il sistema vive una crisi dovuta a decenni di incurie che hanno innescato un declino sociale che influenza ed aggrava la crisi economica siciliana e che stanno subendo molti cittadini interessati a seguire i corsi di formazione per acquisire delle competenze.
Questa crisi a volte sfocia in ritorsioni, ricatti, nei confronti dei lavoratori da parte della casta che gestisce il sistema, in attesa di un’annunciata riforma voluta da tutti, che tarda a venire creando carenza di servizi, ed indebolimento della rete di solidarietà di base, lasciando i giovani in dispersione scolastica e gli adulti inoccupati e disoccupati senza senza una formazione per un’eventuale inserimento lavorativo.
Il presidente della regione è tutta la politica che lo sostiene devono rendersi conto che i lavoratori si trovano nel mezzo di una crisi economica, dovuta alla mancata certezza di un reddito e a pochi anni dalla maturazione dei contributi per la previdenza sociale.
Operatori capaci di accettare le difficoltà ma necessitano di un sostegno economico tramite il lavoro e contributi, per accedere poi ad un sostegno sociale e contributivo.
Operatori che hanno subito un’ ingiustizia dovuta da chi gestisce il sistema della formazione professione da chi dovrebbe fare i controlli del settore sull’utilizzo dei finanziamenti.
Operatori pronti a denunciare questo cruciale periodo, questa condizione estrema, senza i paraocchi della retorica e dell’ideologia politica.
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