La delegazione dello Snals Confsal si è allontanata dal tavolo convocato dall’Assessorato al lavoro Regionale presso l’ufficio provinciale di Catania sulla vertenza Youth Guarantee.
Tuttavia il motivo del nostro dissenso sono riconducibili sostanzialmente alcune forti criticità:
Malgrado il cambio di guardia in via Trinacria il governo Crocetta ter si ostina a ricondurre la vertenza dei servizi formati nelle strettoie del progetto della Youth Guarantee in questo modo sottraendosi ad ogni confronto più complessivo sulle politiche attive del lavoro.
Neanche un euro dalla regione a sostegno della vertenza !
Nonostante si ipotizzino scenari di cooperazione fra i soggetti pubblici e privati accreditati alle politiche attive del lavoro registriamo comportamenti da parte delle parti datoriali non adeguati al perseguimento di tali scenari riconfermando anzi le antiche abitudini di ribaltare anche il più elementare costo gestionale su terzi ed in particolare sulle pubbliche casse regionali.
Per i lavoratori non sono affatto chiari i tempi di vigore contrattuale troppo vincolati al raggiungimento degli obiettivi del progetto.
Nessun fatto nuovo anzi rispetto ai mesi precedenti significativi passi indietro.
Ma allora quali sono le motivazioni, i fatti nuovi che inducono talune organizzazioni sindacali a concedere ed sottoscrivere oggi quello che sdegnosamente hanno rifiutato di sottoscrivere otto mesi fa?
Come mai non è stato consentito ai lavoratori di riprendere il lavoro già agli inizi del mese di maggio?
Sottoscrivono oggi forse per la paura di perdere i finanziamenti della Youth Guarantee? Oppure aspettavano che il convitato di pietra di questi lunghi mesi cioè gli enti datoriali finalmente si accomodassero ai tavoli del negoziato?
Qualunque sia la risposta a questi interrogativi come organizzazione sindacale coltiviamo la certezza che gli accordi sottoscritti rappresentino l’ennesimo pasticcio in “salsa Siciliana” che pagheranno i lavoratori.
Per quanto ci riguarda ribadiamo che il futuro dei lavoratori dei servizi formativi ed in generale della formazione passi attraverso una necessaria rottura con gli attori e le pratiche che hanno caratterizzato più nel male che nel bene la storia della formazione professionale in Sicilia.
Occorre ed occorrerà che il sindacato abbiano il coraggio di comprendere che il passato non può tornare più e che il futuro del settore necessiterà di nuove ed inedite forme di organizzazione del lavoro.
Infine ai colleghi diciamo non dobbiamo accontentarci di un lavoro e basta ma di un lavoro che rispetti la nostra dignità professionale e personale e che sia utile e produttivo per la collettività.
Per adesso registriamo solo tanta ipocrisia.
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