martedì 2 dicembre 2014

GARANZIA GIOVANI, LA POLITICA I LAVORATORI


Siamo ormai tra il ridicolo e il grottesco, che sfocia nel drammatico, se si pensa che a farne le spese sono 1800 lavoratori,che hanno aspettato con ansia un concorso, che li avrebbe temporaneamente ammessi a un lavoro di circa due mesi presso il CIAPI di Priolo, Ente che ha saputo mostrare tutti i suoi limiti di inadeguatezza nell’attuare i progetti affidatigli precedentemente dal Governo Regionale. La Regione si ostina ad affidarsia un Ente che, non solo è privo di personale qualificatoper amministrare le politiche attive del lavoro, ma mostra chiaramente i propri limiti nell’ organizzarsiper garantire una platea di personale specializzato.Che siano 2000 o anche 1, il tema resta sempre lo stesso e cioè che operativamente il CIAPI nasce per garantire una platea minima, rosicchiando qualche progetto che serve solo a garantire la sopravvivenza adun cimitero di elefanti messi a bivaccare.Il Grottesco sta nell’impossibilità di dare ai giovani una speranza per il loro futuro, perché il dare la possibilità di operare agli operatori dei servizi per le politiche attive del lavoro,avrebbe significato dare speranza ai giovani che non studiano, non lavorano o non sono in cerca di un’occupazione, i cosiddetti Neet, che ad oggi in Sicilia sono il 42,7 percento rispetto a una media nazionale del 27,3%.La Calabria ha perso questa opportunità e la Sicilia ormai la segue a ruota. Mafia o Antimafia, terra di conquista per manovalanza criminale, sono il target di queste due regioni. Gli interessi privatistici hanno avuto un ruolo determinante nelle scelte politiche fatte fino ad oggi. La furbizia siciliana ci ha portato al disastro occupazionale ed economico. Le false rivoluzioni o le chimere di un futuro diverso sono stati spot elettorali che hanno fatto ancora una volta presa sui siciliani. All’orizzonte si vedono ancora una volta le valige di cartone e i treni della speranza.Si assiste amaramente alla rassegnazione di un popolo che ormai vede il suo futuro lontano dalla sua terra, perché sa che solo fuori dalla Sicilia, trovando un lavoro, potrà riscattare la sua dignità.I peggiori nemici del popolo siciliano  prima erano i cosiddetti  “baroni”,adesso i baroni si sono travestiti da politici. Ma la minestra non cambia, siamo un popolo di pecoroni pronti a chinare il capo al minimo cenno di promessa.La disperazione la tramutiamo in rassegnazione …e la storia si ripete.L’Europa a noi serve solo per emigrare e, se da essa ci arrivano degli aiuti per costruire un futuro migliore, siamo così furbi da creare tutti quei cavilli amministrativi che alla fine ci si rinuncia, tanto ci sono i soliti furbi che sono bene attrezzati su come fottersi i finanziamenti.Qualcuno li chiama imprenditori, ma in realtà sono solo “prenditori” di denaro pubblico.Non si vuole qui fare la storia degli ex sportellisti che senza dubbio hanno dato prova di grande professionalità in settori dove la pubblica amministrazione non era in grado di intervenire e hanno dimostrato grande senso di rispetto verso quelle Istituzioni che certo non lo meritavano.Molto deludenti sono state le riunioni che si sono tenute di volta in volta con una parte dei sindacati, che di certo non hanno brillato per soluzioni anche temporanee.E sottolineo“una parte”, perché, come al solito il Governo predilige quei sindacati che storicamente sono i più rappresentativi, dimenticando che molti   lavoratori hanno fatto scelte diverse da quelle che sembravano essere lo stereotipo tradizionale, d’altronde non è facile smantellare un potere che fa parte dello stesso potere, ed in ogni caso “similissimilia”. Mi Sarei aspettato da parte delle Istituzioni un comportamento più consono a quella veste giuridica che sicuramente hanno e di certo non credo che a certi livelli si possa scendere a compromessi che sminuirebbero il profilo forense che delinea l’appartenenza.Non si può ascoltare solo una parte sindacale, che a mio avviso rappresenta solo una parte di lavoratori,la concertazioneva resa molto più ampia, ricordando che dalle dimostrazioni di piazza i lavoratori hanno espresso chiaramente il loro orientamento.E volendo ancora essere più ossequiosi verso le norme che regolamentano il rapporto tra parti sociali e Governo, ritengoche andavano sentiti quantomeno tutti i firmatari di contratto del settore, ma questo l’assessore del ramo e il suo dirigente ne hanno piena consapevolezza. Quando si vuole, le soluzioni si trovano,ma il Governo continua in una logica di morte lenta di 1753 professionalità, che rimangono “sospese” solo per incapacità decisionale o volontà politica.Chiedo al Presidente Crocetta:- che fine hanno fatto i 300 milioni di euro risparmiati dalla Formazione ?-E’ spontaneo pensare all’utilizzo di una parte di quei risparmi, per permettere l’avvio dei lavoratori dei servizi, per poi essere ristornati nel salvadanaio del nostro bene amato presidente, che si definisce un grande risparmiatore.Di fatto,ad oggi, non solo siamo a bocce ferme, ma il Governo difronte alle perplessità espresse dal CIAPI, forte anche di un DDL che gli assegnava molte delle azioni delle politiche attive,si ritrova a fare tre passi indietro, riportando il tutto alla fase pre-iniziale!Non esiste una relazione tecnica che individua esattamente la fattibilità di un processo di riforma, si ignora una linea programmatica e si sprecano fiumi di parole dove il niente diventa tutto e il tutto è niente.Ai disastri si aggiungono altri disastri: graduatorie dove i numeri sembrano quelli del gioco del lotto,ammortizzatori sociali che oggi ci sono e domani forse.L’unica speranza è il petrolio e per altri la spazzatura,un connubio perfetto, ambedue i prodotti rendono molto bene, tanto, come disse un mafioso, -se l’acqua si inquina a noi che c’è ne frega, abbiamo la piscina e possiamo comprare tutta l’acqua minerale che vogliamo-.Qualcuno obbietterà che a risentirne sarà il turismo, ma si sbaglia, il nostro Governo ha pensato anche a questo, infatti gli esperti chiamati per rilanciare il settore hanno redatto un piano che ingloberànelle visite guidate dei posti suggestivi dove quintali di spazzatura formano monumenti unici ed originali, queste visite saranno chiamate “ SPAZZATUR”.Un appello al popolo della Formazione diventa un’invocazione senza speranza.Volti rassegnati,abituati all’idea che prima o poi le cose si risolvono, di quelli che -va bè, anche se io non partecipo alla lotta, ci sono altri che lo fanno- oppure -l’onorevole mi ha detto che ci pensa lui e come veni si cunta-.Il risultato è sotto gli occhi di tutti, un popolo senza futuro.Lo stesso Presidente del CIAPI,uomo navigato sia in politica che in relazioni sociali, in un primo tempo si è fatto forte della carenza dei finanziamenti, successivamente dopo otto mesi parla di carenze organizzative.Le sue dichiarazioni sono ad orologeria specialmente in momenti di particolare attenzione al suo stato giuridico, d’altronde le tragedie greche sono state le materie del suo percorso di studi.Poi il “divide et impera”diventa quasi un gioco, specialmente quando offre la possibilità della sistemazione immediata ai 500 cherubini che potranno assurgere al divino compito di unzione dei beneficiari della yg .E gli altri?……saranno chiamati tutti,forse per telefono o forse da nostro Signore per chiamata diretta e definitiva, quella a tempo indeterminato, anzi, infinito, eterno ….

Leopardo Cino



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