Alla fine il morto c’è scappato.le parole di pietà e di cordoglio rischiano di essere ipocrite e ovvie.
Il solo modo di onorare la memoria di questo collega è individuare le responsabilità di coloro in questi anni hanno prodotto questa orribile macelleria sociale.
La rabbia è colma.
Bisogna cambiare senza se e senza ma.
Mettendo in atto fatti concreti cominciando a sganciare i lavoratori da questa macchina infernale che ha prodotto ruberie debiti e povertà.
Basta utilizzare i lavoratori come scudi umani per accaparrarsi milioni e privilegi.
Auspichiamo che la magistratura continui l’azione di pulizia che proprio in questi giorni sta portando avanti.
Non ne possiamo più di un settore dove immunità e privilegi fanno il paio con la disperazione di migliaia di lavoratori.
Il governo regionale metta immediatamente fine questa vergogna che produce rabbia disperazione e morte.
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