venerdì 28 giugno 2013

Individuare le responsabilità

Alla fine il morto c’è scappato. Le parole di pietà e di cordoglio rischiano di essere ipocrite e ovvie.

Il solo modo di onorare la memoria del collega scomparso è individuare le responsabilità di coloro che in questi anni hanno prodotto questa orribile macelleria sociale nel settore della formazione professionale.

La rabbia è straripante.

Bisogna cambiare senza se e senza ma.

Mettendo in atto fatti concreti cominciando a liberare i lavoratori da questa macchina infernale che ha prodotto ruberie debiti e povertà.

Basta utilizzare i lavoratori della formazione professionale come scudi umani per accaparrarsi milioni e privilegi.

Certamente auspichiamo che la magistratura continui a fare chiarezza, tenendo conto che è tutto il sistema di cui la Formazione è solo la punta dell’iceberg, la più visibile, da “giustizializzare”.

Le difficoltà del sistema non possono scaricarsi solo sui gestori degli enti, ma vanno seguite e chiarite tutte le dinamiche che vanno dall’approvazione dei bandi che determinano criteri e modalità, dalla valutazione dei progetti formativi, al sistema dei controlli amministrativi.

Chi svolge questa importante opera di giustizia si adoperi anche per porre in rilievo che spesso certi criteri fissati dall’amministrazione regionale mettono i gestori in condizione di operare una scelta tra due alternative: o non continuare ad erogare la formazione; o tentare di eludere queste disposizioni inique.

Per non parlare poi sia dei criteri seguiti dalla valutazione dei progetti che attribuiscono a questo o a quell’ente le risorse sulla  base di valutazioni “discrezionali” sia dei successivi controlli sulla gestione delle stesse.

Non ne possiamo più di un settore dove immunità e privilegi fanno il paio con la disperazione di migliaia di lavoratori.

Proviamo ad immaginare lo scenario di un giustizialismo parziale, ponendoci nella sola ottica che ci interessa quella dei lavoratori. Questi ad oggi risultano già strematieconomicamente, psicologicamente e socialmente da anni di lotte politiche tese allo Spoil system del settore cercando dimodificarlo sulla base delle appartenenze alle varie coalizioni che si trovano in quel momento al governo. Ciò ha prodotto, nei fatti, lo stallo degli accrediti agli enti che, per questa via, non sono stati messi in condizione di per poter pagare gli stipendi da numerosissimi mesi (tra gli 8 ed i 18). Se a questa situazione drammatica aggiungiamo le giuste inchieste su taluni gestori, si può ben immaginare che queste, verosimilmente, bloccheranno le attività degli enti indagati per un periodo medio lungo. 
Cosa succederà nel frattempo ai lavoratori della Formazionein una terra dove la disoccupazione è endemica? Si rinnoverà la tragedia lavorativa di Termini Imerese? Questa volta però i lavoratori interessati sono in primo luogo molto più numerosi degli operai di Termini ed oltretutto svolgono un servizio considerato di pubblica utilità ed addirittura costituzionalmente sancito con la norma programmatiche di cui all’art. 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Data la situazione rappresentata auspichiamo che il governo regionale e tutte le istituzioni interessate si adoperino per mettere immediatamente fine a questa vergogna che producesolo rabbia disperazione e morte.

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