Leggo
e rifletto in ordine alle drammatiche vicende della formazione professionale
Siciliana.
Emerge
infatti un quadro confuso determinato da una politica che ha deciso di fare
come lo struzzo cioè di mettere la testa sotto la sabbia.
Qualora
esistesse una testa…..
Pur
tuttavia ormai è chiaro che una classe politica abituata a risolvere i problemi
mettendo mano al portafogli peraltro del contribuente non è capace di cavare il
ragno dal buco cioè di trovare soluzioni moderne e di lungo respiro.
Va
da se che questa classe politica è prigioniera dei tecnici in particolare di
quelli calati dai vertici nazionali.
Il
risultato sono politiche draconiane da macelleria sociale che vanno ben oltre
la tanto vituperata Fiat di Marchionne.
Il
colmo è poi rappresentato infine da dirigenti regionali strapagati
dall’amministrazione che non sanno veramente nulla di politiche sociali e che
pertanto giocano con la vita di tanti lavoratori.
Le
lettere di mobilità ricevute già da decine di lavoratori della formazione e
quelle che tra qualche giorno arriveranno rischiano di essere la definitiva
conclusione di scelte scellerate che pagheranno solo i lavoratori.
In
questo senso gravissime sembrano le responsabilità del sindacato che o per
pigrizia intellettuale o per interessi di bottega da difendere si è omologato
ancora una volta al pensiero unico dominante che come al solito arriva dai
piani alti di via Ausonia.
Il
succo del ragionamento è: bisogna licenziare centinaia di lavoratori per
salvarne altrettanti aderendo culturalmente a idee degne del peggior
aziendalismo.
Ma
le cose non mi pare stiano proprio cosi.
Infatti
la individuazione degli esuberi non scaturisce dalla lettura di dati chiari ed
inequivocabili a partire da bilanci che non risulta a chi scrive siano mai
stati presentati.
In
concreto come si fa ad individuare esuberi laddove siamo in presenza di enti di
formazione non hanno mai presentato bilanci ? cioè dati utili a rilevare
criticità
A
mala pena si conoscono rendicontazioni abbastanza improvvisate.
Ma
allora chi per esempio può dire che il parametro unico ha determinato un
esubero strutturale di personale piuttosto che una più probabile riduzione
della quota di prebende a vantaggio di qualcuno?
Qualcuno
gioca a fare l’aziendalista senza neanche averne le qualità !
Esuberi
dunque frutto della volontà di fare fuori personale non per salvare aziende ma
per salvare profitti che la struttura giuridica di enti senza fini di lucro
fino ad oggi ha nascosto.
Allora
perche invece non si comincia a parlare di come gli enti hanno gestito i
milioni di euro incassati fino ad oggi?
Quanto
sono costate le penne? I libri? I Computers? I Cavalli per l’ippoterapia?
Come
mai i tanti moralizzatori che si sono cimentati in questi anni non ci parlano
di questo?
Che
ci dice il Dottore Ludovico Albert che certo dovrebbe per obbligo di legge
vigilare sui soldi spesi dagli enti?
Che
ci dice l’on Panariello che nientedimeno ha presieduto una commissione
d’inchiesta sulla formazione parlando di assunzioni, di personale e mai volendo
indagare su fenomeni di malversazione?
Che
ci dice qualche illuminato opinionista,una volta qualcuno definiva dei miei
stivali, sulla possibilità che la formazione in Sicilia è servita per
finanziare i vizi di qualche deputato?
I
signori del pensiero unico sono talmente ossessionati di licenziare in fretta
più lavoratori possibili che non hanno voluto nemmeno prendere in
considerazione la possibilità tecnica di utilizzare i contratti di solidarietà
difensiva.
Per
quale motivo?
Non
si sa.
Grandi
aziende italiane stanno già da anni sperimentando questo strumento con successo
allora perché non provarci nella formazione professionale Siciliana?
Per
quanto ci riguarda scriveremo ai vertici dell’assessorato per invitarli ad
aprire un tavolo tecnico per iniziare urgentemente una discussione intorno alla
possibilità di applicare i contratti di solidarietà al settore della
formazione.
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