
Grave è lo stato di crisi in cui versano i lavoratori del CEFOP, e di tanti altri lavoratori appartenenti ad altri enti di formazione professionale in Sicilia, ormai da mesi senza retribuzione, nonostante regolarmente in servizio.
Tale crisi mette sul banco di prova il processo di riordino complessivo del settore voluto dall’Assessore Prof. M. Centorrino e dal Governo Regionale.
E’ infatti in gioco la credibilità di tale processo di riordino e la sua relativa capacità di ridare slancio
e prospettiva alla formazione professionale in Sicilia e di porre fine ad una infinita serie di sperperi delle finanze pubbliche.
Ma, “se il buongiorno si vede dal mattino”, allora si preparano giornate “cupe” per i lavoratori della Formazione Professionale poiché il governo regionale, di fronte all’esplodere della crisi del CEFOP, dopo le prime dichiarazioni di “parolaia intransigenza” ha semplicemente stabilito di non decidere eclissandosi e mettendo in questo modo in serio pericolo il futuro dei lavoratori.
I LAVORATORI NON POSSONO PAGARE Il RIORDINO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE IN SICILIA!
Nè tanto meno, o peggio, i lavoratori possono pagare sulla loro pelle appartenenze e sostegni elettorali che rischiano di rendere vani tutti i buoni propositi riformatori.
Il governo deve esprimersi in fretta intorno alle rivendicazioni dei lavoratori dell’Ente CEFOP, in merito alla mancata elargizione di spettanze dovute, sia nell’attuale anno formativo che negli anni precedenti e quindi indicare ai lavoratori una prospettiva occupazionale.
Al contrario il silenzio del governo regionale in questo senso rischia di aggiungersi alla serie infinita di responsabilità della classe dirigente Siciliana e delle sue articolazioni burocratiche.
I lavoratori del CEFOP non possono più attendere i tempi della politica e della burocrazia regionale nè pagare responsabilità gestionali di Enti condotti in maniera padronale e paternalistica che hanno puntato tutto su risorse pubbliche a pioggia invece che su efficienza e organizzazione.
Tutti, a partire dagli Enti, debbono capire che è finito il tempo delle sanatorie dell’ultima, anzi ultimissima, ora delle furbizie e delle facili complicità.
Anche i lavoratori debbono fare la loro parte partendo dalla consapevolezza che il lavoro è un diritto e non un elargizione clientelare emancipandosi in questo modo dal clima di paura e di intimidazione che taluni Enti vogliono instaurare.
Facciamo appello a tutti i lavoratori del CEFOP affinché aderiscano alla protesta consapevoli che, mai come oggi, nessuno può più delegare in silenzio e nella rassegnazione il proprio futuro e delle proprie famiglie.
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