Nulla di nuovo sotto il sole. Da anni infatti denunziamo le degenerazioni del sistema della formazione professionale Siciliana.
Il Ciapi e solo la punta dell’iceberg.
E’ infatti scandaloso che da decenni ormai la pubblica amministrazione in particolare quella Siciliana finanzi con milioni di euro i cosiddetti “enti” della formazione siciliana che non sono obbligati neanche a presentare un bilancio.
Auspichiamo che presto la magistratura indaghi anche nella direzione delle risorse europee in particolare sul programma formativo denominato avviso 20 che ha fatto confluire nella formazione professionale Siciliana un fiume di milioni di euro.
Assistiamo infatti nel silenzio generale ad enti che utilizzando fondi pubblici si comportano come gruppi di pressione economici finanziando giornali avviando campagne di stampa a tutela dei propri interessi.
Ci chiediamo e chiediamo all’assessore Scilabra se tutto ciò sia consono con gli scopi associativi di enti che si dichiarano no profit e soprattutto se tutto questo sia consono alle regole dei programmi europei.
E’ necessario avviare controlli che vadano ben oltre le istruttorie di rito e soprattutto occorre che tutti i cittadini siano messi in condizione di conoscere come sono spesi i soldi della formazione professionale.
Auspichiamo che il governo regionale invece di continuare ad elargire pubbliche risorse avvii le necessarie azioni di verifica e controllo.
Cosi come peraltro aveva iniziato a fare.
La formazione professionale Siciliana non è unostipendificio,almeno non solo, come avevano voluto far credere anche molti di questi politici rubagalline che la magistratura ha posto sotto indagine.
E’ soprattutto un grande affare milionario.
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